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DisConnection (p2) Sergio Lunghi

I racconti del vinile

- a cura di Stefano Zazzera -


Puntata 2

- Storie di Sergio Lunghi


Il vinile è stato il mio primo amore. Ancora prima della scoperta del genere femminile e di ogni altro amore io abbia sviluppato nella mia gioventù.

Il primo vinile che ha aperto il mio orizzonte musicale è stato


TRILOGY - Emerson Lake & Palmer - 1972 L'ho amato e sentito così tanto che era diventato l'ossessione dei miei genitori che si mettevano le mani sulle orecchie quando avvertivano l'incipit elettronico della prima facciata. Il disco è meraviglioso primi anni 70 prime interpretazioni di rock elettronico con tocchi sinfonici.


Sono altri tre i vinili che hanno strutturato il mio approccio estetico alla musica. "In the court of the Crimson King" dei King Crimson, "Tubolar bells" di Mike Oldfield e "One size fits all" di Frank Zappa.


IN THE COURT OF THE CRIMSON KING - King Crimson - 1969

In the court of Crimson King è forse a mio giudizio una delle più belle opere di rock progressivo l'ho scoperto mentre cercavo nel negozio di Della Santina nel corso di Orbetello qualche LP da fare mio, la proprietaria del negozio lo stava ascoltando e me ne innamorai immediatamente.


TUBOLAR BELLS - Mike Oldfield - 1973

Per quanto riguarda Tubolar bells divenuto famoso per l'incipit della prima facciata, usato come colonna sonora dell'esorcista, famigerato film sulla possessione demoniaca che fece scalpore negli anni 70, ineguagliabile capolavoro del rock sinfonico, tanto da essere suonato anche dalla London sinphony Orchestra.


ONE SIZE FITZ ALL - Frank Zappa - 1975

Mi ha introdotto nel complesso mondo di FZ è il primo che ho ascoltato a casa di Armando, mio grande amico musicale, ed è quello che tutt'oggi amo di più.




Gli anni 70 sono quelli della mia formazione culturale ed il vinile ha rappresentato un veicolo di amicizie e favorito intrecci umani di ogni tipo. Molti come me si potevano vedere camminare con capelli lunghissimi e dischi sotto il braccio per ritrovarsi a commentare e a scambiare tra melomani i dischi numerati e contraddistinti con un proprio logo, seguiti dalle raccomandazioni di trattarli con religiosa attenzione. Perché i vinili erano restano e sono meravigliose creature delicatissime.



Bonus track

Estratti dal libro ''Donne Vinile e Spaghetti'' di Sergio Lunghi

…Con Armando (gerundio di armare come soleva dire ogni tanto) passavamo pomeriggi interi ad ascoltare musica su dischi in vinile…


…Il mio primo LP acquistato: Abbey road dei Beatles e altri della beat generation i Kinks i Rolling stones, poi rimango letteralmente fulminato dal Progressive Rock…


…Armando era un intransigente amante del Rock decadente:

Bowie, Velvet Underground, Roxy music.

Io… ero più tollerante amavo la West Coast e affini: Crosby Still Nash & Young, i Jefferson e Dylan…


…Era uscito da poco un doppio dei Genesis: “The lamb lies down on Broadway” un concept album in cui si raccontano le avventure di Rael. Una parte era dedicata alla prima volta. Per evitare inconvenienti Rael si compra un libro dove vengono descritte le modalità di azione e numerate le zone erogene di una donna. Il libro si sofferma su ogni zona erogena dettagliando e ricordando che nella zona 3 c’è il paradiso!!!! A Rael non andò benissimo aveva il sangue troppo caldo e il suo rapporto si concluse fulmineamente. Non so perché, ma mentre ero impegnato ad eseguire senza dimenticare nulla della mia esperienza di 3 anni prima, Rael e la sua prestazione mi vennero in mente, e la distrazione rallentò il mio impeto, consentendomi di fare una figura accettabile con la mia amata…


…Ricordo che quella sera tra la musica di sottofondo che incorniciava quella leggendaria serata luculliana per la quantità e qualità del cibo, spiccava Frank Zappa con la sua “Bobby Brown (Goes Down)” un brano musicale contenuto sul suo album Sheik Yerbouti del 1979. Si tratta di una delle sue canzoni più celebri, e di uno dei suoi rari successi commerciali in Europa. Negli Stati Uniti la canzone fu bandita dalle radio a causa del suo contenuto "osceno"…


… Decidiamo di annegare il nostro dispiacere nell’alcool e nel bar di fronte, dove escono le note dei Culture Club con Boy George che ripete “Do you really want to hurt me, Do you really want to make me cry!”…


Troneggia in vetrina una gigantesca bottiglia di vodka. Avevo messo un po’ di musica, e le note inquiete di “Tubulars bell” di Mike Oldfield mi facevano accapponare la pelle. la cena va da Dio… le ragazze sorridono, tutto e carino e fascinoso, Lou Reed fa sentire dagli altoparlanti “I love women” sono rilassato e non sono più assillato dall’idea di concludere con del sesso la serata. La musica è bellissima, Lou Reed continua con “Satellite of Love”, le ragazze sono dolci e rilassate, la chiacchierata, anche se con qualche difficoltà, procede nel nostro inglese approssimativo…



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